Quite Quitting: il nuovo fenomeno che ha coinvolto il mondo del lavoro

Quite Quitting: il nuovo fenomeno che ha coinvolto il mondo del lavoro

Il Quite Quitting è la nuova tendenza che sta cambiando ancora una volta le regole del mercato del lavoro. Si tratta di un fenomeno tanto discusso negli ultimi mesi e segue un filone di pensiero che unisce tutte quelle domande poste dai lavoratori dalla pandemia ad oggi: cos’è meglio, lavorare tanto a discapito della vita privata, per progredire nella propria carriera oppure lavorare il giusto senza affannarsi ed appesantirsi rinunciando ad eventuali promozioni ed incrementi di stipendio, guadagnandone in qualità e tempo per la vita privata?

Queste e molte altre domande sono nella testa di ogni lavoratore dal primo giorno in cui inizia un nuovo lavoro e dalla pandemia sono aumentati i casi in cui le persone scelgono di dare la priorità alla qualità della vita.

Numerosi studi condotti negli ultimi anni confermano che sono le nuove generazioni a non avere più alcun dubbio sulla gestione del lavoro: la Z generation afferma a gran voce di preferire un lavoro che termina entro le 17:00, così da avere tempo per gestire le relazioni sociali private, come vedersi con amici per un aperitivo o andare in palestra, a discapito di incassi un po ridotti.  

Ma esattamente che cos’è il Quite Quitting e quali sono le sue origini? Continua a scorrere l’articolo per approfondire questo nuovo fenomeno lavorativo. 

Quite Quitting: origini e funzionamento della nuova tendenza lavoro  

In questi anni di pandemia abbiamo potuto notare come sulle piattaforme social come Instagram e TikTok, numerosi post dove le persone mostravano come riuscirono a combinare lavoro ed un’elevata qualità di vita grazie allo smart working, con foto e video che rappresentavano giornate lavorative passate in resort, spiaggia, campeggio e così via. Tutto finto c’è un briciolo di realtà?

Sicuramente alla base dei post sui social c’è un grande cambiamento della cultura del lavoro, ci troviamo in un periodo in cui la qualità della vita è molto più importante della produttività in termini economici.
Proprio questo pensiero da origine al fenomeno del quiet quitting: si tratta di una tendenza che vede il pensiero del lavorare assiduamente e in qualsiasi momento, anche in giorni festivi, che va pian piano sostituita con un nuovo filone di pensiero, quello che vede come una buona cosa lavorare il giusto tempo durante la giornata per potersi godere al meglio il proprio tempo libero.

A favorire questo cambio di direzione è stato sicuramente il periodo pandemico e lo smartworking, una nuova condizione lavorativa che non tutti sono riusciti a gestire alla perfezione. Migliaia sono i lavoratori che, a causa di una cattiva gestione del tempo, delle pressioni provenienti dai datori di lavoro o semplicemente per poter guadagnare di più, si sono ritrovati molto spesso a lavorare fuori gli orari di lavoro, a rispondere alle email di lavoro nel weekend. Si tratta di una situazione che nel lungo periodo ha provocato un forte stress mentale, a tal punto che in molti hanno deciso di lasciare il proprio lavoro.

Quali sono i comportamenti del Quiet Quitting

Chi non ha lasciato il vecchio lavoro a causa dello stress, ha scelto di aderire al fenomeno del Quite Quitting e di provare in prima persona questo nuovo approccio verso l’attività lavorativa, tramite il cambiamento di una serie di comportamenti che il lavoratore esprime verso i colleghi e manager.

I primi comportamenti visibili effettuati da chi abbraccia questa filosofia di lavoro sono molto evidenti, a partire dal non rispondere alle mail, chiamate o messaggi fuori gli orari di lavoro, talvolta evitano di sincronizzare la mail lavorativa sul proprio smartphone e molte volte utilizzano una seconda scheda telefonica solo per il lavoro.

Un altro comportamento che viene effettuato molto spesso in un secondo momento è il non accettare attività e progetti che si allontanano dalla propria mansione o compito per il quale si è stati assunti.

Questi comportamenti sono messi in atto molto di più da coloro che rientrano nella Generazione Z piuttosto che dalle altre generazioni. Non è più “anormale” vedere i giovani che scelgono di andare via dal lavoro negli orari stabiliti da contratto, senza fare neanche 30 minuti di straordinari, oppure notare come alcune di queste persone non siano in alcun modo coinvolte emotivamente con i progetti aziendali. 

Il problema del Burnout al tempo dell'iper connessione

Questa volontà di cambiamento e di riprendere le redini della propria vita, secondo gli esperti in psicologia e del mondo del lavoro, è dato dal vissuto delle generazioni precedenti e dalle conseguenze di quella filosofia incentrata tutta sul lavoro e la carriera.

Una ricerca del 2021 svolta da una testata di settore ha rivelato come la gran parte degli intervistati ragionando su un periodo di 12 mesi, hanno sviluppato sensazioni negative quali sfinimento e calo di efficienza fisica e mentale sul lavoro, mentre oltre la metà afferma che il troppo carico di lavoro e derivato stress ha influito in modo negativo e dannoso anche nella vita privata, in particolar modo nei rapporti familiari.
Ci sono ulteriori studi in merito a questo argomento che evidenziano come quasi il 90% degli intervistati ama il proprio lavoro, ma al tempo stesso si sente fortemente stressato da esso.

Al contrario di come verrebbe da pensare, il lavorare meno o per minor tempo non è sempre sinonimo di rinuncia alla carriera e al guadagno. Da alcuni anni, infatti, le grandi aziende abbracciano il concetto di miglioramento della qualità di vita dei dipendenti e integrano soluzioni come la settimana corta, smartworking con orari più malleabili, benefit per dipendenti come weekend per le famiglie o permessi speciali. Il risultato? Lavoratori meno stressati e aumento della produttività fino al 40%.

Conclusione

Attraverso questo articolo hai compreso che cos’è e quali sono le motivazioni alla base del  fenomeno del quiet quitting, la filosofia dei lavoratori di oggi e perché sono le nuove generazioni le più propense ad abbracciare questa nuova filosofia.   

Ecco alcune fonti dove poter trovare maggiori informazioni su questo fenomeno, grazie ai numerosi studi effettuati fino ad oggi e ai dati raccolti: 

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