Come le nuove generazioni cercano il lavoro

Come le nuove generazioni cercano il lavoro

Orientarsi nel mondo del lavoro, oggi, non è molto semplice. L’adattamento è uno dei requisiti fondamentali richiesti durante la ricerca di un lavoro, si tratta di una naturale capacità di sopravvivere che tutti noi abbiamo. Tuttavia, adattarsi a qualsiasi lavoro disponibile sul mercato non è la scelta migliore per realizzare una carriera di successo. 

L’orientamento al lavoro è un processo che ogni singolo individuo attua per comprendere la propria posizione rispetto ad uno specifico mercato di riferimento, a una scala sociale ed economica. I maggiori esperti in risorse umane hanno notato un notevole cambiamento tra i giovani di oggi e le generazioni passate, riguardo al modo di orientarsi nel mondo del lavoro. 

I giovani hanno bisogno di orientarsi per dare legittimità alle proprie capacità, perché la società di oggi è più complessa, veloce e dinamica. Il contesto lavorativo attuale è privo di confini e ricco di opportunità, tuttavia richiede tanti requisiti differenti e un’apertura mentale verso l’apprendimento più ampia rispetto al passato. 

Cosa significa orientarsi nel modo del lavoro

Secondo un’indagine svolta dalla piattaforma Studenti.it, punto di riferimento degli studenti di tutto il territorio, l’orientamento nel mondo del lavoro per i giovanissimi è una fase fondamentale, non solo per il supporto educativo e la crescita individuale, ma anche per comprendere le diverse possibilità di lavoro che è possibile cogliere dopo il diploma o una laurea, quali sono le differenze tra i numerosi percorsi lavorativi e quanto è importante la formazione durante il perseguimento di una carriera professionale. 

Orientarsi nel lavoro non significa che è obbligatorio adattarsi a qualsiasi posto di lavoro, al contrario, significa saper scoprire e cogliere le continue opportunità che si creano nel corso degli anni. 

L’attuale pandemia da Covid-19 è stata l’occasione che il mondo del lavoro aspettava da molto tempo, ha permesso di trasformare le tradizioni lavorative a cui eravamo abituati in nuove forme di lavoro, come lo Smart Working e la diffusione del Telelavoro, che hanno reso possibile a molte lavoratrici e lavoratori di continuare a lavorare anche dalle proprie abitazioni o in spazi esterni fuori dalla sede di lavoro. 

Queste nuove forme di lavoro permettono di scegliere con cura il tempo e la qualità delle ore spese a lavorare. da spendere per il proprio lavoro, ovviamente senza tralasciare anche le difficoltà che esso comporta.

Come le nuove generazioni cercano lavoro 

I principi chiave che le vecchie generazioni hanno reso dei capisaldi nella ricerca del lavoro, ovvero la stabilità e la certezza, oggi non rappresentano più delle priorità per i giovani che entrano a far parte di quella parte della società produttiva. 

La mancanza di questi capisaldi è dovuta soprattutto alla difficoltà e all’impossibilità delle imprese italiane nel garantire questi aspetti per le nuove generazioni. La generazione Z ha analizzato attentamente tutti i cambiamenti avvenuti dagli inizi del 2000 fino ad oggi e rappresenta la generazione che ha rivoluzionato la ricerca del lavoro

I giovani di oggi richiedono delle posizioni lavorative ben remunerate, con un rapporto produttività-tempo di breve durata. La maggior parte dei giovani, oggi, scelgono di lavorare autonomamente e hanno meno paura di aprire una partita IVA rispetto a coloro che fanno parte delle vecchie generazioni. 

Vecchi e nuovi canali di ricerca del lavoro a confronto

Un rapporto Inapp del 2016, indica che il 33% dei Job Seeker  trova lavoro puntando sul proprio networking a partire da amici, parenti e conoscenti, il 20,4% riesce ad ottenere un colloquio inviando una sola candidatura. 

La stessa indagine riporta che le agenzie del lavoro sono efficaci solo per il 5,6% dei lavoratori, forse perché sono a contatto maggiormente con le grandi imprese e non offrono lo stesso servizio alle piccole imprese situati sul territorio. Basti pensare come in Italia, più dell’80% del panorama produttivo e industriale è rappresentato da piccole o micro imprese con meno di 10 dipendenti.

Se in passato gli annunci di lavoro erano la fonte primaria per ottenere un lavoro, oggi permettono solo al 2,6% di assumere disoccupati, nonostante il grande numero di annunci aperti circolano quotidianamente online e offline. 

Secondo L’ANPAL, che analizza i dati dello stesso periodo, il canale preferito e più funzionale resta quello informale, che negli ultimi 10 anni riporta una percentuale di successo superiore all’80%.
Molto spesso, gli stessi datori di lavoro si affidano a canali fidati per la ricerca di nuovi dipendenti, come il famoso passaparola tra colleghi, amici e parenti. 

Le nuove frontiere del digital networking 

Tutti questi dati riportati dagli studi di settore, ci permettono di comprendere che il rafforzamento della propria rete di conoscenze è un metodo consolidato e sempreverde per ottenere un maggiore successo durante la ricerca di un lavoro. 

Le nuove generazioni creano una propria rete di conoscenze attraverso il networking in rete. Lo strumento prediletto per il job seeking in Italia è Linkedin, che solo sul nostro territorio conta ben 18,6 milioni di utenti (57% utenti uomini e 43% donne).

Tra gli effetti di questa crescita c’è stata sicuramente la pandemia che ha spinto sempre più i giovani a guardare le nuove opportunità di lavoro attraverso la finestra che la rete offre: solo per Instagram abbiamo assistito ad una crescita esponenziale del suo utilizzo da parte di professionisti nei settori più variegati per far crescere la rete dei loro clienti o per pubblicizzare al meglio il proprio lavoro, raccontandosi e mostrando come svolgono il loro mestiere. In alcuni casi, è possibile trovare anche una grande fetta di professionisti che intendono aiutare online chi vorrebbe intraprendere la loro carriera, diffondendo consigli utili e piccole tips professionali. 

Questi effetti della digitalizzazione hanno portato alla rivoluzione di due passaggi storici nel metodo dell’assunzione: da una parte, le candidature in remoto sono passate dalle bacheche e giornali ai social network, portando ad aggiornare e organizzare continuamente i propri profili professionali e personali in base al posto di lavoro che si vuole concorrere. Da un’altra, le aziende hanno dovuto rivoluzionare il loro metodo d’impiego.

Conclusioni 

Possiamo concludere affermando che, attraverso un’attenta analisi delle abitudini delle nuove generazioni, chi si occupa di orientamento e di risorse umane è in perenne sfida con le nuove richieste che vengono fatte alle aziende.  

La generazione Z ha gettato oramai le basi per un nuovo modello di interazione in cui le implicazioni sociali ed economiche sono fondamentali per capire anche come sarà il lavoro nel breve futuro. Conoscere le nuove generazioni al meglio, è fondamentale per poter avvicinarsi a approcciarsi alle diverse mentalità e per sfruttare a pieno le risorse che solo i giovani possono dare.

Ad oggi, infatti, i giovani sono una risorsa importante più che mai per la ripresa da questo profondo momento di crisi. Per questo motivo è importante saper offrire i giusti strumenti di orientamento al lavoro, che tengono conto delle nuove necessità generazionali. 

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