Crisi energetica e casa passiva: un obiettivo da perseguire

Crisi energetica e casa passiva: un obiettivo da perseguire

I venti di guerra che hanno caratterizzato le ultime settimane e che, molto probabilmente, caratterizzeranno anche i prossimi mesi, portano con sé il serio rischio di incorrere in una crisi energetica.

Non si sa ancora come essa si evolverà, ma il rischio di razionamenti sui consumi energetici, unito al già elevato aumento dei costi dell’energia, con bollette sempre più care, non fa di certo dormire sogni tranquilli.

Questo forse è davvero il momento di cominciare a pensare a un nuovo modo di intendere le abitazioni, rendendole sempre meno dipendenti dall’uso dei sistemi di riscaldamento e condizionamento.

Ciò è sicuramente possibile in un’abitazione di nuova costruzione, più complesso in un edificio che necessita di importanti interventi di riqualificazione.

In ogni caso, il concetto che sta alla base di questo nuovo modo di pensare le abitazioni, è quello di casa passiva.

Cosa si intende per casa passiva

La casa passiva nasce nel Nord Europa, un territorio dove il clima non aiuta di certo, a causa delle temperature più rigide.

Pensate che i primi studi sulle cosiddette “passive house” sono stati eseguiti in Svezia intorno alla fine degli anni ’80.

Attraverso questi, si è spinto con forza a cercare di rendere il concetto di casa passiva come un qualcosa di non astratto, ma di decisamente concreto.

Vediamo intanto le caratteristiche che la contraddistinguono, rispetto ad un’abitazione standard.

Caratteristiche da considerare in una casa passiva

Una casa passiva che si rispetti, deve avere un fabbisogno energetico per il riscaldamento e il raffreddamento inferiore ai 15 Kwh per metro quadro.

La finalità di una casa passiva è quella di usare solo l’energia strettamente necessaria per mantenere la casa su un ottimale livello di benessere termico percepito.

Contrariamente a quanto si può pensare, una casa passiva può essere realizzata con qualsiasi tipo di materiale (va bene anche un semplice edificio in mattoni), quindi non deve essere confusa come un’abitazione in bioarchitettura.

Fondamentale in una casa passiva è la presenza di alcune componenti:

  • impianti che consentono di immagazzinare l’energia necessaria per utilizzarla quando necessario;
  • una valida esposizione solare, in modo che il sole consenta di riscaldarla correttamente in inverno e mantenerla ombreggiata durante i mesi estivi;
  • la presenza di ottimi serramenti e infissi. Le case passive hanno solitamente un triplo vetro!

Ricordiamoci, inoltre, che una casa passiva non ha un reale bisogno di possedere un impianto di riscaldamento e raffrescamento.

Ventilazione meccanica assistita

L’unico impianto che davvero può essere utile in una casa passiva è il cosiddetto impianto di ventilazione meccanica o VMC.

Difatti, una buona ventilazione meccanica controllata consente di fornire sempre aria pulita (portandola dall’esterno) e senza far uscire l’aria calda dalla casa (cosa che puntualmente succede quando si aprono le finestre per far arieggiare!), mantenendone almeno l’80-90%.

Il ricircolo interno della ventilazione, inoltre, permette di avere in tutti gli ambienti della casa la stessa temperatura.

Questo perché tale impianto riesce a trasferire il calore nelle varie stanze della casa, dove non è possibile raggiungere la temperatura più confortevole.

L’importanza della coibentazione termica

Intervento di insufflaggio con fuoriuscita schiuma espansa isolante

L’aspetto fondamentale che caratterizza una casa passiva è senza dubbio il suo involucro, che consente di proteggere la casa dalle variazioni di temperatura dell’ambiente esterno.

Una corretta coibentazione termica dell’abitazione consente di minimizzare le cosiddette dispersioni termiche, che rischiano di creare dei notevoli scompensi termici e rendere molto difficile il mantenimento di un ottimale benessere termico in casa (a meno che non si ricorra a termosifoni e condizionatori, ma in questo caso non si potrebbe davvero parlare di casa passiva!).

Se si è isolato correttamente l’ambiente non si dovrebbe riscontrare alcuna perdita di calore, cosa che peraltro viene coadiuvata dalla presenza di un buon sistema VMC, come abbiamo visto poco fa.

La coibentazione dell’edificio consente anche di ridurre al minimo la presenza dei ponti termici (attenzione, ridurre non eliminare completamente, la loro totale eliminazione è pressochè impossibile).

Un ponte termico è come se fosse paragonabile a una strada, attraverso cui il calore può oltrepassare la muratura.

Purtroppo le case che sono state realizzate negli ultimi 30-40 anni (per non parlare di quelle ancor più datate) presentano delle vere e proprie autostrade, che permettono il passaggio del calore senza alcun tipo di intoppo.

Ecco perché la realizzazione di una casa passiva non può prescindere da un buon intervento di isolamento termico, considerando sempre le caratteristiche dell’abitazione e le sue necessità.

L’unione di questo tipo di interventi con le altre caratteristiche fin qui segnalate, possono consentire di portare la classe energetica dell’abitazione anche al massimo livello (la classe A, che può arrivare fino alla A4!).

Un esempio di intervento professionale è quello che consente di isolare termicamente le pareti di casa con l’uso di schiume espanse isolanti (metodologia conosciuta con il termine di insufflaggio).

In poche ore è possibile ottenere una coibentazione pressochè perfetta, che consente di ridurre al minimo:

  • fenomeni di dispersione termica;
  • ponti termici.

Conclusioni

Come abbiamo visto sinteticamente, una casa passiva necessita di una serie di caratteristiche per nulla irrilevanti, che sono più facilmente conseguibili con una nuova costruzione, col quale dare sin da subito un approccio green.

La cosa fondamentale da sottolineare è che una casa passiva non deve rispettare forzatamente delle regole di costruzione.

Ad esempio, se si ha interesse ad avere delle grandi vetrate in casa, questo è possibile farlo, ma è necessario che vi sia una strettissima collaborazione tra:

  • progettista dell’abitazione;
  • esperto nella componente termotecnica.

Queste due parti, collaborando tra loro, possono stabilire a priori come si può adattare il desiderio dell’acquirente alle esigenze che una casa passiva richiede (dall’isolamento termico, alla disposizione della struttura, fino ai serramenti ed i sistemi di ventilazione controllata).

Possedere una casa che riesce a provvedere quasi completamente al suo fabbisogno di riscaldamento e raffrescamento, può rappresentare un enorme vantaggio in tempi come questi, dove il problema dell’approvvigionamento e consumo energetico diventa sempre più pressante.

Di conseguenza, se il vostro interesse è quello di provvedere alla costruzione di una nuova abitazione, la cosa migliore resta quella di pensare proprio ad una progettazione in tal senso.

menu
menu