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DEPURAZIONE ACQUE DI SCARICO -TECNOLOGIA ABIOTICA “SUPEROXI”
 
Processo abiotico fotocatalitico Superoxi
 
VANTAGGI OTTENIBILI DAL PROCESSO DI OSSIDODISTRUZIONE
 
Depurazione abiotica acque di scarico
 
 
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DEPURAZIONE ACQUE DI SCARICO -TECNOLOGIA ABIOTICA “SUPEROXI”

I moduli AbioWasteWater, presentano ogni loro parte finalizzata al processo di depurazione delle acque.
Infatti, le acque disoleate, con separatori fisici tradizionali, vengono immesse nel primo modulo, dopo il dosaggio, con miscela superossidante comprendente perossido di idrogeno . Il flusso liquido entra nel reattore di processo, tangenziale e sott’acqua, per favorire la flottazione e contemporaneamente la flocculazione.
Il movimento lento e rotatorio, delle acque nel reattore di processo, infatti, spinge verso l’alto le particelle più leggere dell’acqua e determina una perdita di velocità in quelle più pesanti, che precipitano sul fondo.
Le particelle flottate, subiscono la degradazione superossidativa, catalizzata dai setacci molecolari sequestrati nelle pareti del reattore, trasformandosi in anidride carbonica acqua e sali minerali.
Una parte dei superossidanti è prodotta per via fotocatalitica, in un generatore a tronco di cono posto sopra il reattore di processo.
Ozono e radicali ossidrilici prodotti per fotocatalisi, demoliscono già sul cono le sostanze inquinanti.
Il cono infatti è costituito da setacci molecolari MD, catalizzatori del processo abiotico, sintetizzati con TiO2 e photon blu potenti fotocatalizzatori.
Le acque escono dal reattore di processo, con un flusso discensionale che agevola la sedimentazione.
Le acque, richiamate dal deflusso entrano nella canaletta di scolmo che agisce da filtro fotocatalitico.
Le acque in uscita, dal primo modulo, passano al secondo modulo, poi al terzo ed infine ai filtri a setacci molecolari MD, prima dello scarico.
Abbiamo analizzato le fasi del processo, perché risultasse chiaro, che i due principali aspetti del processo depurativo più sopra riportato, sono l’adsorbimento con zeoliti e l’ossidazione con acqua ossigenata o ipoclorito.
La tecnologia adottata nei moduli AbiowasteWater, fa propri questi due aspetti ( superossidazione e adsorbimento) e va oltre poiché adotta la fotocatalisi, come arma superossidativa potente e potenzia l’adsorbimento con setacci molecolari appositamente selezionati.
Inoltre la predisposizione per la flocculazione, la flottazione, la reazione del processo e la filtrazione, sono effettuate in modo da ottenere il massimo rendimento.
La prova di tale importante attività depurativa: fotocatalisi e setacci molecolari la sviluppiamo di seguito.
Moduli abiotici fotocatalitici AbioWateWater
La fotocatalisi, UV/TiO2 e photon blu, è un processo eccellente per degradare vari agenti inquinanti organici attraverso la formazione di radicali OH-.
Malgrado la capacità provata di degradare tutti i substrati organici, parecchi ostacoli importanti avevano impedito alla fotocatalisi UV/TiO2 di trasformarsi in un processo ampiamente usato.
Il primo svantaggio è il consumo di energia dei sistemi UV/TiO2, se accoppiati per la produzione della radiazione ultravioletta, solo all’energia elettrica e non anche al sole.
Infatti, per una data quantità di corrente elettrica fornita al sistema, c’è una perdita dovuta all’inefficienza elettrica derivata dall'emissione delle lunghezze d'onda indesiderate attraverso lo spettro.
Dell'energia emessa nella fascia utile dello spettro, soltanto 1~2% dei fotoni emessi è assorbito dal catalizzatore per formare gli accoppiamenti del foro dell'elettrone.
Un secondo svantaggio dei sistemi elettrici UV/TiO2 è l'esigenza di un percorso non ostruito diretto “di line-of-sight„ fra la fonte UV e la superficie del fotocatalizzatore.
Infatti, nel processo UV/TiO2, il ruolo primario della radiazione UV è di generare l'accoppiamento del foro dell'elettrone sulla superficie del catalizzatore TiO2 o vicino alla superficie, esattamente come avviene nei coni fotocalitici, presenti sui moduli AbioWasteWater.
Se come avviene nei modulli abiotici fotocatalitici AbioWasteWater, gli elettroni che eccitano i fori, sono forniti da energia ultravioletta solare, l'uso di UV produce, rendimenti energetici molto alti.
Inoltre il cono fotocatalizzatore presente nei moduli AbioWasteWater, aumenta l'area geometrica esterna a dismisura perché i fotocatalizzatori rivestono, granuli di setacci molecolari MD, un solo grammo, di essi, porta una superficie di oltre 250 m2 e consente il trattamento dei liquidi anche torbidi.
I radicali ossidrili prodotti dalla reazione fotocatalitica dell’acqua presente nei fori, sono altamente reattivi, attaccano con processo abiotico, catalizzato dai setacci molecolari MD, il substrato organico alla superficie del catalizzatore, vicino alla superficie oppure nel sottostante reattore, trascinati dall’acqua di riciclo tracimante dal cono fotocatalitico.
I moduli abiotici fotocatalitici AbioWasteWater, presentano pertanto, un’enorme superficie fotocatalitica esterna esposta all’eccitazione delle radiazioni UV solari e raggiungono il massimo rendimento fotocatalitico con il minimo consumo elettrico.

 
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