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Guida alla scelta dell'impastatrice

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impastatrice



Nata negli anni Sessanta del XIX secolo grazie a un produttore di candele di nome Daniel Peter, l'impastatrice è un elettrodomestico ormai presente nella maggior parte delle case degli italiani, oltre che nelle cucine professionali. Si tratta di un macchinario che si presta a una grande varietà di lavorazioni, dal salato al dolce: che si tratti di realizzare un panettone, una torta sacher, una baguette, una colomba o qualsiasi altro prodotto che preveda un impasto, tutto diventa più semplice e automatico grazie a questo strumento. 

Nota anche con il nome di planetaria, l'impastatrice è caratterizzata dalla presenza di un braccio meccanico il cui movimento sembra ricopiare il moto di un pianeta (da cui il nome): a ben vedere, però, gli impasti sono lavorati grazie a due moti differenti: il primo è quello che corrisponde alla rotazione sul proprio asse, mentre il secondo è quello che corrisponde alla rivoluzione intorno al centro. Insomma, si può paragonare l'azione della frusta di una planetaria al movimento della Terra, che gira sia su sé stessa che attorno al Sole. Per questo motivo ogni impasto automatizzato si rivela più efficace di ogni movimento che potrebbe essere effettuato con le mani: per averne una conferma è sufficiente fare riferimento alle macchine di Cocozza Bari, che sono sinonimo di affidabilità e qualità.

Le fruste di un'impastatrice

Componenti indispensabili di ogni impastatrice sono le fruste (oltre, ovviamente, alla ciotola che è destinata a contenere gli impasti). Sono tre le principali tipologie di frusta con cui si può avere a che fare: esse corrispondono alla frusta a gancio, alla frusta a filo e alla frusta a foglia. Quest'ultima, conosciuta anche con il nome di frusta K, serve a sostituire il lavoro manuale o quello eseguito con un cucchiaio di legno permettendo di lavorare gli impasti a base di farina e uova e, più in generale, tutte quelle componenti che sono caratterizzate da una consistenza elevata e da una notevole corposità.

Nel caso in cui sia necessario lavorare degli impasti più leggeri, invece, è preferibile scegliere una frusta a filo: essa è utile quando si deve montare la panna, per esempio, o quando si deve preparare la maionese con le uova e l'olio. Come si può intuire, si tratta di circostanze in cui è previsto uno sforzo minore, anche se c'è da tenere in considerazione il fatto che il processo di lavorazione si dimostra piuttosto lungo.

Infine, c'è la frusta a gancio, che serve a lavorare il panettone, la pizza, il pane e, in generale, tutti i prodotti che potrebbero essere definiti da panificio. Lo scopo di questo accessorio è quello di entrare in contatto con la maglia glutinica degli impasti senza romperla: i composti, infatti, devono essere elastici e al tempo stesso densi, ma non appiccicosi, e quindi modellabili in base alle necessità.

Come scegliere l'impastatrice

Tra i parametri che devono essere tenuti in considerazione in vista della scelta di un'impastatrice c'è la potenza della macchina, che non sempre è direttamente correlata ai suoi consumi di energia, per quanto tutti e due i valori siano espressi in watt. Il consumo reale, infatti, è indicato dalla durata e dalla frequenza di utilizzo: ciò vuol dire che si consuma tanta più energia quanto più lunghi sono i tempi di lavorazione. La soglia minima sotto la quale è preferibile non scendere, comunque, è pari a 300 W, fermo restando che i modelli più potenti sono in grado di superare i 1000 W, almeno nell'ambito dei prodotti che sono destinati a un impiego casalingo.