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Antifurti, la detrazione al 50 per cento per il 2018

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Anche quest'anno dopo aver installato un impianto di videosorveglianza e allarme si ha la possibilità di usufruire della detrazione fiscale al 50% prevista dalla Legge di Stabilità. La procedura che deve essere seguita per poter beneficiare di questo sconto, che in realtà si concretizza in un rimborso della metà del denaro speso dilazionato in dieci anni, prevede che i pagamenti effettuati all'azienda da cui si compra l'antifurto debbano essere eseguiti tramite bonifico, e lo stesso dicasi per le spese sostenute per l'installazione dell'impianto. Nel bonifico in questione deve essere indicato il codice fiscale del soggetto che usufruisce della detrazione, insieme con la partita Iva del destinatario del pagamento. 

In un secondo momento, quando si andrà a compilare la dichiarazione dei redditi, dovranno essere riportati i dati catastali identificativi della casa in cui l'impianto di allarme è stato installato. Nel caso in cui i lavori siano eseguiti da un inquilino che vive in affitto, o comunque da un soggetto che detiene l'appartamento anche se non ne è il proprietario, devono essere specificati tutti gli altri dati che sono necessari per il controllo dell'agevolazione, a cominciare dagli estremi di registrazione dell'atto. Insomma, acquistare e installare gli antifurti casa anche nel 2018 può risultare conveniente, perché si può risparmiare arrivando a dimezzare i costi sostenuti. 

Gli adempimenti da rispettare

La ricevuta di pagamento dell'Imu e quella della Tasi devono essere conservate con attenzione, in modo tale che possano essere mostrate in caso di controlli; lo stesso vale per la domanda di accatastamento, ovviamente nell'eventualità in cui l'edificio non sia stato censito. Non è necessario, invece, trasmettere alcuna comunicazione all'Asl, eccezion fatta per l'eventualità in cui sia previsto un cantiere. 

Vale la pena di ricordare che per i sistemi di allarme è prevista l'Iva agevolata al 10%: questo beneficio, tuttavia, non si applica sulla spesa intera, ma unicamente sulla differenza tra il costo complessivo e le spese che sono state sostenute per il bene significativo. Se, per esempio, il costo complessivo dell'allarme è stato di 5mila euro e il costo dei beni significativi è stato di 3mila euro, l'Iva al 10% si applica su 2mila euro, vale a dire la differenza tra i 5mila euro delle spese totali e i 3mila euro dei beni significativi. 

Le detrazioni al 50% rappresentano una interessante opportunità di risparmio di cui si avvale la maggior parte dei soggetti interessati: è stato calcolato che negli ultimi anni nove acquirenti su dieci abbiano colto questa opportunità, che può essere sfruttata anche nel caso in cui gli acquisti vengano compiuti online. Il rimborso fiscale previsto per il bonus viene calcolato in funzione della somma dovuta fiscalmente sull'Irpef, con dieci rate di uguale entità per dieci anni. Le spese possono riguardare anche interventi di ristrutturazione che coinvolgano le parti comuni di un edificio residenziale.

Quali spese sono coinvolte

Nello specifico, l'Agenzia delle Entrate ha precisato quali sono le spese che rientrano nel novero delle agevolazioni fiscali. Per le unità abitative singole la detrazione può riguardare sia il sistema antifurto che l'allarme, mentre per le parti in condominio essa può coinvolgere oltre all'allarme anche la sostituzione di componenti del vecchio impianto. A poter beneficiare delle detrazioni per l'allarme sono tutti i contribuenti assoggettati Irpef e, nello specifico, gli inquilini, i titolari di un diritto reale di godimento e i proprietari degli immobili. Nelle agevolazioni rientrano le spese sostenute per l'acquisto dei materiali per gli impianti di allarme e quelle per tutte le altre prestazioni professionali connesse all'installazione, inclusa la progettazione. Lo sconto del 50% si applica anche sull'Imposta sul Valore Aggiunto e sul compenso che viene erogato al professionista che si occupa della relazione di conformità dei lavori alle norme in vigore.

In generale, la detrazione fiscale per il 2018, così come avveniva negli anni passati, è prevista per l'insieme delle spese che vengono sostenute per la realizzazione di interventi sugli immobili che hanno lo scopo di garantire e di migliorare la sicurezza delle abitazioni al fine di prevenire le intrusioni da parte di malintenzionati. In questa categoria rientrano tutte le prestazioni professionali che hanno a che fare con l'allarme di casa, le perizie che si rendono necessarie per l'installazione di un impianto di allarme o di antifurto, la sostituzione delle serrature, i costi per i sopralluoghi preliminari all'installazione di un impianto di allarme e le spese per l'acquisto dei materiali.

Non solo: il bonus può essere previsto e applicato anche per le tapparelle metalliche con bloccaggi, per le spese di installazione dei rilevatori di apertura e di effrazione, per il rafforzamento delle cancellate, per le saracinesche, per l'installazione o la sostituzione di recinzioni e per l'installazione di porte rinforzate o blindate. Non possono essere dimenticate, poi, le telecamere a circuito chiuso che sono collegate con le forze dell'ordine o con i centri di vigilanza privata. Dall'anno in cui la spesa viene sostenuta, la cifra su cui può intervenire la detrazione è suddivisa in dieci rate dello stesso importo, che ogni anno vengono scalate dalla quota Irpef che si deve pagare. 

Che cosa si deve fare per ottenere il bonus

Come si è visto, per essere certi di usufruire del bonus è indispensabile provvedere a un bonifico bancario, che deve essere parlante: vuol dire che nella causale del versamento devono essere presenti il numero di partita Iva di chi riceve il pagamento e il codice fiscale di chi lo eroga. Nella dichiarazione dei redditi, poi, dovranno essere segnalati i dati catastali che identificano l'immobile per il quale sono state sostenute le spese; sarà importante conservare i vari documenti riguardanti i lavori, in modo tale che possano essere esibiti in caso di verifiche. L'applicazione del bonus è ridotta al 10% per i lavori di manutenzione che sono effettuati su fabbricati a destinazione prevalente di tipo abitazione privata, sia che si tratti di manutenzione ordinaria sia che si tratti di manutenzione straordinaria. Insomma, per proteggere sé stessi, la propria famiglia e la propria casa si può risparmiare, ovviamente avendo cura di effettuare tutti i pagamenti a norma di legge, con fatture e transazioni tracciabili.