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Come affrontare un divorzio: cosa c'è da sapere

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L'assegno di mantenimento, la comunione dei beni, l'educazione dei figli, il pagamento delle tasse sulla casa: sono davvero tanti gli aspetti di cui ci si deve informare rivolgendosi a un avvocato a Bologna se si è alle prese con un divorzio. Ecco quali sono le nozioni più importanti che è indispensabile sapere. Per quel che riguarda la casa di famiglia, per esempio, il diritto di rimanere ad abitarvi non viene attribuito a seconda del regime patrimoniale che è stato scelto, così come prescinde da chi è il proprietario o l'intestatario del contratto di locazione effettivo.

Soprattutto la presenza dei figli può complicare lo scenario in un divorzio: anche per questo è sicuramente utile fare affidamento su un professionista come l'avvocato Sergio Armaroli, trovandolo su www.avvocatoabologna.it, in modo tale da ricevere il supporto di un esperto e competente in materia. Nel caso in cui ci siano dei figli, dunque, la legge in tema di attribuzione della casa concede la preferenza al genitore al quale vengono affidati i bambini (o, nel caso in cui si tratti di figli maggiorenni, al genitore con cui convivono). Se viene stabilito un affido separato dei figli, con uno o più figli affidati a un genitore e uno o più figli affidati all'altro genitore, è compito del giudice prendere una decisione, valutando il singolo caso e tenendo conto delle condizioni di salute dei soggetti coinvolti, delle loro necessità scolastiche, della loro età e delle loro esigenze affettive. Infine, in assenza di figli l'orientamento più recente impedisce a chi non è proprietario della casa familiare di restarvi.

Che fine fa la casa in un divorzio?

In un divorzio che riguarda una coppia senza figli, dunque, la casa è appannaggio del proprietario. Non sono rari, comunque, i casi in cui l'immobile sia intestato a tutti e due i membri della coppia: in tale circostanza entrambi hanno il diritto di attivare lo scioglimento della comunione e di offrire all'altro la possibilità di comprare la metà di cui non è in possesso, in modo tale che ne diventi il proprietario esclusivo. Per quanto concerne le spese ordinarie, che riguardano il riscaldamento, le bollette e la manutenzione ordinaria, esse devono essere pagata da chi occupa la casa; diverso è, invece, il discorso per le spese straordinarie, come quelle relative alle ristrutturazioni: in questa eventualità è previsto che i costi siano sostenuti da tutti e due i partner in parti uguali.

Come regolarsi in caso di affitto

Come può ben spiegare un bravo avvocato a Bologna, in un divorzio che riguardi una coppia che vive in una casa in affitto l'assegnatario può conservare il diritto sulla casa stessa solo a condizione che la abiti effettivamente e che essa, quindi, costituisca la sua abituale dimora. L'assegnazione vincola a un uso personale dell'abitazione, che - di conseguenza - non può essere concessa in locazione o in prestito ad altre persone. I tribunali, di solito, assegnano anche i mobili insieme con la casa (includendo anche gli elettrodomestici e tutti gli altri beni di arredo), al di là di chi ne sia il proprietario effettivo. Tali decisioni hanno lo scopo di garantire alle persone che restano nella casa, e in particolare, ai figli, la possibilità di mantenere nell'habitat familiare le proprie consuetudini domestiche. Non rientrano in questa casistica, però, i beni di uso strettamente personale, i beni voluttuari come quadri e soprammobili e i beni necessari per l'esercizio della professione.

Gli obblighi fiscali

Un altro aspetto a cui è bene prestare la dovuta attenzione, eventualmente con il supporto di un avvocato a Bologna, in caso di divorzio è rappresentato dalle tasse. A proposito di Imu e di Tasi, per esempio, non è prevista una tassazione per la casa coniugale che viene attribuita all'ex coniuge, dal momento che essa è ritenuta la sua abitazione principale. Se sono stati eseguiti dei lavori di ristrutturazione beneficiando delle detrazioni distribuite in diversi anni, anche dopo il divorzio esse sono valide: le quote di detrazione, cioè, spettano anche al partner che non vive più nella casa, a condizione che la volontà di continuare a usufruirne sia specificata nel rogito di una eventuale vendita. In caso di separazione, infine, dopo l'assegnazione della casa a un solo proprietario tutti e due possono avvantaggiarsi della deduzione del reddito totale che vi fa riferimento e quindi continuare a dichiararla.