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35 stelle in cucina!

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scuola di cucina

Sono sempre più numerosi i giovani che si avvicinano al mondo della cucina desiderosi di imparare nuove tecniche e nuove ricette da chef premiati a livello mondiale. Ed è proprio per venire incontro a questa crescente domanda che il nuovo Master della Cucina Italiana, mette a disposizione di venti allievi una squadra di docenti insignita dalle rinomate stelle Michelin. Ne deriva una scuola di cucina luminosa e brillante, in cui le 35 stelle rappresentate dai docenti tentano di infondere la loro sapienza ai giovani partecipanti al master. La teoria e la pratica si incontrano durante il Master della Cucina Italiana, così da dare ai propri studenti un'esperienza completa, dalle lezioni in aula per una durata di 5 mesi alle ottocento ore di corso pratico, per arrivare ad un tirocinio di ben 4 mesi in uno dei più famosi e prestigiosi ristoranti italiani.

Questo è quanto prevede il programma del corso che si è ufficialmente avviato lo scorso 18 gennaio in provincia di Vicenza. L'obiettivo degli organizzatori è stato principalmente uno: non dare ai ragazzi una semplice preparazione culinaria, non insegnare loro quello che tradizionalmente si apprende in una scuola di cucina. Il Master vuole infondere una filosofia, vuole "elevare il pensiero", portare i giovani cuochi a comprendere di essere stati investiti di una missione e non, più semplicemente, chiamati a realizzare un'ordinazione. Ecco perchè il Comitato Scientifico dell'evento, composto dal presidente dell'Esac, Sergio Rebecca, da Raffaele e Massimo Alajmo, il primo in rappresentanza della società omonima, il secondo in qualità di chef con ben tre stelle Michelin e da Mauro Defendente Febbrari, nutrizionista ed endocrinologo, ha voluto creare un corpo docenti di tutto rispetto. In esso confluiscono diverse professionalità che affiancano i cuochi insigniti delle 35 stelle Michelin durante tutto il percorso: esperti di gastronomia, marketing, management e cultura si alternano agli chef per donare ai partecipanti un'esperienza unica e irripetibile. Il team degli emergenti cuochi è composto da giovani con età inferiore a 24 anni.

Quattro dei venti partecipanti sono ragazze. A loro è chiesto di imparare, sì, di cimentarsi in piatti nuovi, di apprendere metodi e tecniche di preparazione fino ad allora sconosciuti, ma soprattutto di lasciarsi travolgere dalla passione per la cucina. Per farlo avranno modo di confrontarsi con personalità che hanno dedicato un'intera esistenza alla cucina in tutta la sua essenza: si tratta di chef che non si sono limitati a stare ai fornelli maneggiando una padella, ma sono diventati parte integrante di essa, partecipando con trasporto alla preparazione di piatti che rappresentano la loro stessa anima. Al termine del corso i venti partecipanti alla scuola di cucina saranno cresciuti sia professionalmente che personalmente: saranno cuochi con la "C" maiuscola, capaci di applicare la teoria studiata, ma anche di preparare ogni piccola portata con la passione che differenzia gli chef l'uno dall'altro.

A loro sarà data la possibilità di seguire la propria ispirazione e la propria inclinazione, così da preparare piatti unici e inimitabili, che nessuno saprebbe cucinare allo stesso modo perchè questi provengono direttamente dalle loro anime, dagli angoli più remoti della loro arte. Sono state queste caratteristiche che, fin dalle prime edizioni, hanno permesso al Master di Cucina Italiana di ottenere un così ampio successo. Oggi, quando l'evento si replica per la quarta volta consecutiva, il Comitato ha voluto lanciare una nuova sfida e scegliere un tema che si sposa perfettamente con i principi solidi su cui si basa il corso: "Terra: purezza e integrità". Il motto è emblematico: la cucina non può essere creativa se prima non si comprende l'essenza di quello che si sta preparando e, soprattutto, dell'importanza di tutti gli ingredienti che si hanno a disposizione. Gli ingredienti arrivano dalla Terra, che per questo deve essere mantenuta integra e pura, perchè è la natura ad infondere la vita.

Se non c'è la vita non c'è bisogno di cibo e gli chef non hanno motivo di esistere. Invece la Terra c'è ed è viva e l'obiettivo di un cuoco è quello di farla rivivere anche nei piatti che prepara. Non è un caso che per l'inaugurazione delle lezioni della scuola di cucina sia stato invitato il viticoltore Joško Gravner. Gravner, infatti, ha avviato un'attività che non sfrutta la terra e le sue risorse, ma collabora con essa in modo responsabile e rispettoso. Le sue coltivazioni non si basano sull'utilizzo di concimi artificiali che, a parere del viticoltore, sono "per la Terra come la droga per l'uomo": fortificano al momento, portano frutti succosi e saporiti ma, a lungo andare, uccidono il terreno. Il suo vino è privo di additivi ed è conservato nelle cantine secondo metodi e sistemi antichi. La sua attività si basa su una sinergia innescata tra il coltivatore e il frutto della coltivazione, così come, per i cuochi, deve instaurarsi un legame indissolubile tra chi prepara il piatto e il piatto stesso.

Raffaele Alajmo ha spiegato che il progetto è nato da un'intenzione ben precisa: creare una scuola di cucina esattamente come i membri del Comitato avrebbero voluto che fosse la loro, quella che avrebbero scelto perchè caratterizzata da un'offerta formativa ricca. I cuochi che portano con orgoglio le loro 35 stelle Michelin rappresentano l'eccellenza italiana , ma anche l'eccellenza del Master: sono stati scelti, infatti, con il chiaro intento di fornire un'esperienza di vita ai partecipanti, una dimostrazione concreta di qualcuno che ha dedicato la propria vita a trovare la sinergia tanto pubblicizzata tra la propria anima e la cucina. Ormai da un po' di tempo gli allievi e i docenti si sono messi a lavoro, impegnandosi in un'esperienza dura ma gratificante, così come hanno confermato gli ex studenti intervenuti all'inaugurazione della nuova edizione. Fino a giugno 2016 le aule e i laboratori saranno in pieno fermento, prima di lasciare che i novelli cuochi tocchino con mano la vera cucina, quella dei ristoranti.