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Come difendersi dagli addebiti ingiustificati sulle bollette

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Energia

I vantaggi del cittadino, con la liberalizzazione del mercato per quanto riguarda il settore energetico e del gas, sono stati indubbiamente molti, visto l’ampia scelta di tariffe concorrenziali che non costringono più a rimanere sotto il monopolio di un’azienda unica.
Ma questa liberalizzazione ha complicato non poco la lettura e la conoscenza delle bollette e soprattutto dei termini contrattuali che ogni singolo gestore applica ai clienti.

Molte persone poi, per mancanza di tempo, decidono di farsi addebitare la bolletta sul conto corrente bancario o postale, per evitare lunghe file, senza nemmeno dare un’occhiata alle singole voci; poi però ci si accorge di importi “gonfiati” a dismisura, con servizi aggiuntivi e spese che non erano preventivati. Come fare in questi casi? Per fortuna, anche se la bolletta è già stata pagata in automatico dal conto corrente bancario o postale, la legge prevede che si possano ottenere rimborsi per importi non dovuti, se i servizi accessori forniti non sono stati richiesti da una esplicita dichiarazione del cliente. La prima cosa da fare è di mandare una lettera a mezzo raccomandata con ricevuta di ritorno, magari in duplice copia, all’azienda interessata, richiedendo subito la disattivazione del servizio non richiesto, e anche la restituzione della cifra pagata senza motivo, minacciando di disdire totalmente il contratto di fornitura. Se non si ottengono risposte positive ci si può rivolgere alle maggiori Associazioni dei Consumatori, che, tramite i loro avvocati, provvederanno a risolvere in maniera molto più decisa la questione.

Naturalmente bisogna però a fare attenzione a tutte le clausole del contratto di fornitura che si è firmato nel momento di attivazione del servizio; a volte infatti ci si accorge di essere dalla parte del torto, perché non si sono lette bene tutte le clausole del contratto al momento della firma. Si può anche ricorrere al giudice di pace per importi inferiori ai 500 euro e sempre più spesso gli organi di giudizio e le autorità competenti stanno dando ragione alle numerose perplessità sollevate dagli utenti in sede di contestazione pubblica. Questi gestori privati sono stati tacciati di notevoli mancanze come: bollette rinnovate nella veste grafica che però mancano delle informazioni essenziali per i consumatori; mancanza di chiarezza della modulistica consegnata alla stipula del contratto; raggiri e informazioni inesatte in merito ai contratti; insufficiente preparazione del personale addetto alla vendita “porta a porta”; insufficiente informazione relativa ai termini e modalità del diritto di recesso; importi “gonfiati” in bolletta, ecc.